Luoghi: 10 Corso Como – Casolari (Milano)


Da almeno un anno non entravo da 10 Corso Como e sono rimasto sorpreso dalla sua ampia offerta di profumi di “nicchia”. Mi ricordavo le Editions de parfums di Frédéric Malle, che ho visto qui per la prima volta, l’Acqua di Parma e qualcos’altro – ma questi ricordi risalgono al mio periodo di “inconsapevolezza” e quindi non sono molto attendibili. Invece mi sono trovato di fronte ai più bei nomi della profumeria d’autore. Ho provato quasi tutti i Serge Lutens (seducente Gris Clair, anche per me che non amo la lavanda), ma anche la collezione di colonie create da Hedi Slimane per Dior (Eau noire è ancora più misteriosa e profonda di come la ricordavo), e poi L’Artisan Parfumeur (mi è piaciuto soprattutto e Dzing!), Comme des Garçons (2Man sarebbe da comprare), Dyptique, Lalique Encre Noire, État libre d’Orange e molto altro ancora. (Questi ultimi però non li ho provati, perché ormai ero stordito.) Insomma, vale la pena di farci un giro per scoprire buona parte del meglio che esiste in circolazione.

Nel pomeriggio ho accompagnato G. alla profumeria Casolari: voleva provare Bandit (Piguet) e decidere se comprarlo. Non so quanti conoscano questo piccolo negozio, che si trova al n. 1 di Corso Matteotti. Solo i curiosi possono fermarsi davanti al neon blu dell’insegna (la scritta indica semplicemente PROFUMERIA), schiacciata tra i negozi chiassosi degli stilisti (proprio accanto c’è quello recentemente inaugurato di Dsquared). Solo i conoscitori possono curiosare nella sua piccola, severa vetrina - due ripiani di vetro con qualche confezione di Guerlain. Le luci bianche al neon, la porta in ferro, l’interno rivestito di legno chiaro e specchi, le pareti coperte di teche piene di flaconi. L’atmosfera è quella fuori dal tempo di un barbiere per uomo degli anni sessanta. Insomma, quanto di più lontano si possa immaginare da un luogo “alla moda”: l’esatto opposto di 10 Corso Como.
Era la seconda volta che andavo in questo negozio e mi pento di non averlo scoperto prima. La titolare, infatti, mi ha confidato che stanno per chiudere (a gennaio). Mi è dispiaciuto sapere che un posto così discreto, serio e dove si trovano persone competenti, che i profumi li conoscono davvero, non ci sarà più. Avete mai provato, invece, a fare qualche domanda alle commesse della Rinascente? Non dico alle addette alla vaporizzazione dell’“ultimo” di Gucci o di Dolce & Gabbana, ma anche a quelle al corner Shiseido, per esempio, dove si trovano le fragranze esclusive di Serge Lutens: risposte laconiche imparate a memoria e ricordate male, molto più spesso il silenzio.
Oltre a Bandit, G. cercava un profumo che ricordasse l’odore del mare, qualcosa di simile agli aromi salmastri di Aqua Motu (Comptoir du Sud Pacifique). La signora non ha esitato a fargli provare i Profumi di Pantelleria. Non li avevo mai sentiti prima e devo dire che sono stati una bella scoperta. Sono italiani (esistono da circa dieci anni) e si ispirano agli odori della natura, mediterranea e selvatica, dell’isola siciliana. Per chi ama i profumi freschi, agrumati, frizzanti, leggeri, discreti, perfetti per l’estate e giusti tutto l’anno, mi sembra che non ci sia niente di meglio. La collezione dei Profumi di Pantelleria comprende sette fragranze dai nomi evocativi (Maestrale, Aire, Nica’ecc.). Alla fine G. ha scelto le ricche note di pompelmo di Dammuso. Ottimo acquisto, direi: 80 euro per 100 ml di eau de parfum, in un flacone limpido, puro, inaspettatamente minimalista.

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