Messe de Minuit (Etro, 2000)

P&C vuole consigliare ai suoi lettori un profumo intonato al freddo clima invernale. Fra i tanti nomi che si potrebbero fare, ne suggeriamo uno soltanto: Messe de Minuit di Etro. Un profumo che riesce perfettamente nell’intento evocato dal suo nome (Messa di mezzanotte), quello di ricreare l’atmosfera del Natale e dell'inverno. Uno spruzzo di questa fragranza, infatti, è capace di trasportarci tra le arcate ombrose di una chiesa antica, di farci respirare l’odore delle panche di legno, delle centinaia di candele accese, sgocciolanti cera, e soprattutto delle dense nuvole di incenso che salgono dai turiboli e saturano l’aria delle navate.
Annusare anche solo una volta Messe de Minuit, significa lasciarsi riportare all’infanzia, al freddo dell’inverno e all'attesa trepida della notte di Natale. Per alcuni, forse, Messe de Minuit non sarà particolarmente facile da portare. Non è nemmeno adatto a essere indossato tutti i giorni. È invece un profumo prezioso e magicamente ricco di mistero, perfetto per una fredda notte di festa.

Personaggi: Armani, Beyoncé e me


In questa settimana prenatalizia non sono mancati gli eventi legati ai profumi. Uno in particolare si è guadagnato titoli evidenti sui quotidiani: la presentazione (lunedì 17 dicembre) alla Rinascente di Milano, di Diamonds, l’ultimo profumo (uscito a Ottobre) di Emporio Armani. Che a quanto pare sta vendendo molto bene ed è in gara per essere incoronato fragranza dell’anno dall’Accademia del Profumo. Per l’occasione erano attesi la testimonial Beyoncé Knowles e Re Giorgio in persona.
C’ero anch’io, tra la folla. Un po’ perché a quell’ora passavo da quelle parti e un po’ perché mi incuriosiva l’evento in sé, più che il profumo: secondo me decisamente stucchevole.
È stato un grande successo – hanno commentato i giornali – con tanto di folla in delirio. Una folla di ragazzini infoiati, armati di telefonino e macchina digitale per immortalare la splendida Barbie-Beyoncé – aggiungo io. Che ero lì, schiacciato e spintonato dal flusso di adolescenti (e non) che intasava i già angusti spazi della Rinascente, maltrattato dalle decine di guardie del corpo assoldate per l’occasione. Per salvarmi mi sono rifugiato nello stand Guerlain, dove ne ho approfittato per provare qualcosa di nuovo (Vetiver Extréme, per esempio, che però, come l’originale, nonostante i miei sforzi non riesce proprio a piacermi). Ho fatto il finto tonto e ho chiesto alla commessa che cosa stava succedendo, perché c’era tutta quella gente. (Non avevo visto la gigantografia della cantante che tappezzava la facciata del grande magazzino? Nemmeno lo spot mandato a ciclo continuo dagli schermi sparsi ovunque? E non avevo sentito la musica a tutto volume che pioveva dagli altoparlanti all’ingresso?). La commessa intanto sparlava dell’evento e si affannava inutilmente a richiamare la gente, che ormai, scatenata come un popolo barbaro, aveva già devastato le parti esterne dello stand (opportunamente svuotate). La folla turbinava intorno al centro del piano terra: l’epicentro dell’evento. È là, eccola, è arrivata! vociavano i ragazzini. È lui? Sì, è lui, è Re Giorgio! strillavano in estasi le segretarie uscite prima dal lavoro per essere lì in tempo. Io invece non ho visto niente, solo un mare di persone assiepate ovunque, aggrappate alle colonne, affacciate alle balconate del primo piano. Tutti a guardare verso un bagliore azzurro là in mezzo, magnetizzati.
Mi chiedo perché Armani non abbia approfittato di uno dei suoi immensi spazi sparsi in tutta la città (negozi, teatri, showroom ecc.) per festeggiare Diamonds, piuttosto che occupare la Rinascente. Che in questo periodo è già presa d’assalto da folle spietate a caccia dell’ultimo regalo o di sniffate gratis. E a questi ultimi mi aggiungo anch’io.
Mi sarebbe piaciuto raggiungere il minuscolo stand di Hermès per spruzzarmi un po’ di Equipage, che mi voglio regalare, ma l’impresa si è rivelata impossibile. Due gorilla mi hanno bloccato, invitandomi, con grugniti eloquenti, a sloggiare. Ancora due passi e ce l’avrei fatta. Avrei potuto allungare un braccio e richiamare l’attenzione della commessa Hermès, che tanto non stava facendo niente. Come tutti gli altri commmessi, del resto, i quali non potevano fare altro che stare a guardare. Saranno stati felici, immagino, di starsene con le mani in mano in uno dei giorni cruciali per le vendite. Mentre gli addetti del corner Armani vendevano Diamonds come il pane ai fans che volevano farsi autografare la scatola. Io invece ho preferito guadagnare l’uscita. Avrei cercato Equipage in qualche profumeria più defilata e non invasa da orde di ragazzi che probabilmente non avevano nemmeno capito che cosa ci facesse lì la bellissima Beyoncé. Poco importava, a loro. L’importante era che ci fosse, in carne e ossa. Da vedere, magari da toccare, annusare, desiderare. Come dargli torto?

Storie di profumi: Eau Sauvage (Dior, 1966)


Sono molti i motivi per cui Eau Sauvage è entrato nella storia. Lanciato nel 1966, era il primo profumo per uomo della maison Dior: «una eau de toilette di grande semplicità naturale, creata in un momento in cui tutti parlavano di purezza naturale e di natura “selvaggia”» (Osmoz).
Inoltre – per la prima volta in una fragranza maschile – nella sua composizione comparivano varie note floreali. Pur essendo rivolto a un pubblico maschile, si può dire che Eau Sauvage sia stato uno dei primi profumi unisex.
Il suo creatore, Edmond Roudnitska (artefice, tra gli altri, di fragranze storiche come Diorella e Diorama), lavorò su una composizione piuttosto semplice di aromi. Spruzzandolo, si possono riconoscere le note agrumate di limone e petitgrain unite a quelle aromatiche del rosmarino e del basilico. Le innovative note floreali sono invece racchiuse nel suo cuore, dove troviamo il gelsomino, la rosa, il garofano e l’iris. Le note di fondo, invece, sono quelle legnose, intense e maschili del vetiver e del muschio di quercia.
Altro elemento rivoluzionario in Eau Sauvage fu l’uso (in piccole quantità) di una molecola allora appena creata dalla Firmenich (colosso svizzero della profumeria), chiamata Hedione®. Una molecola che è all’origine della sua intensa e inconfondibile freschezza, e dalla quale ha preso le mosse la profumeria moderna, basata sulla commistione di essenze naturali e di elementi sintetizzati in laboratorio.
Nel tempo Eau Sauvage si è conquistato una folta schiera di estimatori ed è diventato un classico, amato per la sua leggerezza e la sua elegante discrezione sia dagli uomini sia dalle donne.
Tuttavia sembra piacere poco agli esperti del settore. Luca Turin, per esempio, uno dei massimi conoscitori di profumi, pur riconoscendo la maestria della composizione e il suo carattere rivoluzionario per l’epoca in cui fu creato, lo definisce, senza mezzi termini, «orribilmente raffinato». E aggiunge che si tratta di un profumo «perfetto per il suo tempo... per certi giovani conservatori in camicia a righe degli anni sessanta ». E gli fa eco Chandler Burr (critico di profumi del “New York Times”, noto anche ai lettori delle pagine di “D la Repubblica delle Donne”), il quale ammette di ammirare Eau Sauvage, «senza però riuscire ad amarlo».
Gusti a parte, Eau Sauvage detiene un altro primato: quello delle vendite. Dalla sua nascita, infatti, è un vero e proprio long seller della casa Dior e della profumeria in generale. Dopo essere stato per oltre venticinque anni il profumo maschile più venduto al mondo, continua a occupare i primi posti nella classifica delle vendite: nel 2005, per esempio, è stato il terzo profumo maschile più venduto nei negozi Sephora in Francia.

Luoghi: 10 Corso Como – Casolari (Milano)


Da almeno un anno non entravo da 10 Corso Como e sono rimasto sorpreso dalla sua ampia offerta di profumi di “nicchia”. Mi ricordavo le Editions de parfums di Frédéric Malle, che ho visto qui per la prima volta, l’Acqua di Parma e qualcos’altro – ma questi ricordi risalgono al mio periodo di “inconsapevolezza” e quindi non sono molto attendibili. Invece mi sono trovato di fronte ai più bei nomi della profumeria d’autore. Ho provato quasi tutti i Serge Lutens (seducente Gris Clair, anche per me che non amo la lavanda), ma anche la collezione di colonie create da Hedi Slimane per Dior (Eau noire è ancora più misteriosa e profonda di come la ricordavo), e poi L’Artisan Parfumeur (mi è piaciuto soprattutto e Dzing!), Comme des Garçons (2Man sarebbe da comprare), Dyptique, Lalique Encre Noire, État libre d’Orange e molto altro ancora. (Questi ultimi però non li ho provati, perché ormai ero stordito.) Insomma, vale la pena di farci un giro per scoprire buona parte del meglio che esiste in circolazione.

Nel pomeriggio ho accompagnato G. alla profumeria Casolari: voleva provare Bandit (Piguet) e decidere se comprarlo. Non so quanti conoscano questo piccolo negozio, che si trova al n. 1 di Corso Matteotti. Solo i curiosi possono fermarsi davanti al neon blu dell’insegna (la scritta indica semplicemente PROFUMERIA), schiacciata tra i negozi chiassosi degli stilisti (proprio accanto c’è quello recentemente inaugurato di Dsquared). Solo i conoscitori possono curiosare nella sua piccola, severa vetrina - due ripiani di vetro con qualche confezione di Guerlain. Le luci bianche al neon, la porta in ferro, l’interno rivestito di legno chiaro e specchi, le pareti coperte di teche piene di flaconi. L’atmosfera è quella fuori dal tempo di un barbiere per uomo degli anni sessanta. Insomma, quanto di più lontano si possa immaginare da un luogo “alla moda”: l’esatto opposto di 10 Corso Como.
Era la seconda volta che andavo in questo negozio e mi pento di non averlo scoperto prima. La titolare, infatti, mi ha confidato che stanno per chiudere (a gennaio). Mi è dispiaciuto sapere che un posto così discreto, serio e dove si trovano persone competenti, che i profumi li conoscono davvero, non ci sarà più. Avete mai provato, invece, a fare qualche domanda alle commesse della Rinascente? Non dico alle addette alla vaporizzazione dell’“ultimo” di Gucci o di Dolce & Gabbana, ma anche a quelle al corner Shiseido, per esempio, dove si trovano le fragranze esclusive di Serge Lutens: risposte laconiche imparate a memoria e ricordate male, molto più spesso il silenzio.
Oltre a Bandit, G. cercava un profumo che ricordasse l’odore del mare, qualcosa di simile agli aromi salmastri di Aqua Motu (Comptoir du Sud Pacifique). La signora non ha esitato a fargli provare i Profumi di Pantelleria. Non li avevo mai sentiti prima e devo dire che sono stati una bella scoperta. Sono italiani (esistono da circa dieci anni) e si ispirano agli odori della natura, mediterranea e selvatica, dell’isola siciliana. Per chi ama i profumi freschi, agrumati, frizzanti, leggeri, discreti, perfetti per l’estate e giusti tutto l’anno, mi sembra che non ci sia niente di meglio. La collezione dei Profumi di Pantelleria comprende sette fragranze dai nomi evocativi (Maestrale, Aire, Nica’ecc.). Alla fine G. ha scelto le ricche note di pompelmo di Dammuso. Ottimo acquisto, direi: 80 euro per 100 ml di eau de parfum, in un flacone limpido, puro, inaspettatamente minimalista.

Storie di profumi: Xeryus (Givenchy, 1986)



Credevo che Xeryus fosse scomparso, perché non mi è più capitato di vederlo in profumeria. Ma una rapida ricerca in internet (Basenotes), conferma che mi sbaglio. Xeryus è tuttora in produzione. Mi piacerebbe provarlo di nuovo, sapere se è proprio come lo ricordo. Cercando ancora (Osmoz), scopro che negli ultimi anni gli hanno cambiato flacone, ora dalle forme arrotondate “che ricordano quello di Monsieur de Givenchy”. Allora cerco informazioni anche nel sito di Givenchy, ma qui non lo trovo, non subito almeno. Infatti clicco sul nome di una collezione (esclusiva?) indicata come Myhtical fragrances, ed eccolo comparire.
Givenchy ha raccolto in questa collezione le sue fragranze maschili mitiche, entrate ormai nella leggenda più che nella storia. Quattro “fragranze seduttive con un gusto per le materie prime pregiate”. Oltre a Xeryus, si può scegliere tra Monsieur de Givenchy, Vetyver (creato come profumo personale di Hubert de Givenchy) e Insensé. Il flacone è in vetro trasparente, molto semplice ed elegante, dalle dimensioni generose (100 ml).

Xeryus è una riedizione della fragranza originale (creata nel 1986, non sono riuscito a scoprire da chi), che univa la freschezza delle erbe aromatiche alla forza virile dei legni.
Leggere la descrizione delle sostanze impiegate per realizzare un profumo spesso non dice granché: è un po’ come studiare gli ingredienti di un dolce cercando di immaginarne il sapore. A volte, però, già dalla semplice elencazione delle note si materializza un paesaggio olfattivo, che nel caso di Xeryus è davvero lussureggiante. Come se le parole, da sole, bastassero a dare vita a questo profumo, che certo non corre il rischio di sembrare minimalista.
Le note di testa sono fresche, agrumate (pompelmo e bergamotto) e aromatiche (basilico, salvia e geranio, timo e mirra).
Il cuore è una complessa miscela fiorita (piuttosto audace per un profumo da uomo) in cui spiccano galbano e foglie di violetta, rosa e gelsomino, e poi legni soprattutto esotici (cipresso, guaiaco, sandalo e vetiver) e spezie orientali (cannella, coriandolo, chiodo di garofano).
Il fondo è particolarmente denso e comprende muschio, miele, ambra, cuoio e incenso.
Insomma, c'è veramente da restare storditi. All’epoca in cui lo usavo, certo non potevo apprezzarlo come si deve, mentre oggi posso fare affidamento solo sulla mia memoria. Eppure, anche dopo tutti questi anni, nonostante non l'abbia più usato, Xeryus me lo ricordo ancora. Dovrei riuscire ad assaggiarlo di nuovo, per verificare se la memoria del mio naso è attendibile o se invece mi ha giocato un brutto scherzo.

Postilla
Nonostante l’eleganza del nuovo flacone, comunque, continuo a preferire quello originario: un parallelepipedo metallizzato, color blu di prussia, dalla superficie modulata con sottili rilievi, come piccoli gradini. Un involucro moderno, severo e misterioso. Era molto simile a quello di Van Cleef & Arpels pour homme, del 1978. Entrambi infatti sono stati creati da Pierre Dinand, che ha disegnato i flaconi di decine di celebri profumi da uomo, tra cui Eau Sauvage, Opium, Paco Rabanne Pour Homme e Calandre, YSL Rive Gauche, Obsession e molti altri.
Consiglio di visitare il suo interessantissimo sito (pierre-dinand.com), dal quale è tratta la foto di Xeryus.

Memorie di un profumodipendente: 1

Quando è iniziata esattamente la mia passione per i profumi? Posso dire che fino a un anno fa ero una persona normale. Li usavo in modo piuttosto distratto, senza preoccuparmi troppo di cosa mi spruzzavo addosso, senza nemmeno pensare se mi piacevano o meno. Li mettevo come per un dovere, tanto per finirli.
In camera mia avevo una mensola con almeno quindici flaconi allineati, troppi per un non appassionato. Ne avevo così tanti perché me li avevano regalati e, siccome li usavo poco, mi duravano per anni (alcuni hanno superato anche il decimo compleanno). Certi poi non li usavo nemmeno e stavano lì, a impolverarsi, aspettando giorni migliori. Che mi ricordi, non ne ho mai finito uno.
In questa mia raccolta c'era un po' di tutto: Minotaure di Paloma Picasso (regalato nel 1994), Versus di Versace (uno dei pochissimi comprati da me, sempre nel 1994), Romance di Ralph Lauren (regalato da una mia amica e sempre usato, salvo poi accorgermi un bel giorno che in realtà non mi era mai piaciuto). Ma avevo anche Paco Rabanne XS (quello, devo dire, mi piaceva, anche se mi dava un po' il mal di testa). Mi ricordo poi un flacone di Xeryus, un profumo dimenticato di Givenchy (caldo, profondo e legnoso, o almeno così lo ricordo io), regalato da qualcuno a mio padre e intercettato da me. Doveva essere la fine degli anni Ottanta. Un altro ricordo di quel periodo di inconsapevolezza è Pi, sempre di Givenchy (un regalo di Natale del 1999). Profumo lussurioso e stordente, Pi è un edp e una sola vaporizzazione basta e avanza. Infatti bisogna stare molto attenti nel suo dosaggio, perché Pi è vaniglia allo stato puro, più o meno, e può dare la nausea a chi ti sta vicino. Comunque lo consiglio, perché con lo stesso spruzzo che ti metti la mattina profumi anche la casa, per tutto il giorno.

data di nascita

Ho deciso di farmi un blog. Per parlare di profumi e altro.